Le immagini sono un meritato pugno nello stomaco. E ho scelto quelle morbide…)
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Ruanda, 1994 – Sopravvissuto al campo della morte Hutu |
E’ possibile cambiare il mondo con la fotografia?
Evidentemente qualcuno ci prova.
Mi riferisco per esempio all’iniziativa shoot4change (di origine italiana e a cui prima o poi dedicherò un post).
Ma c’è qualcuno a cui questa impresa è realmente riuscita?
Certamente a lui sì: James Nachtwey.
Nel giugno 2007 mi trovavo ad Amsterdam, una città privilegiata per chi ama la fotografia.
Decido di fare un salto al FOAM, un vero tempio.
Mi infilo nell’ala principale, ed ad accogliermi trovo l’immagine (enorme) del ragazzo del Ruanda sfigurato ma sopravvissuto al campo di concentramento ed alle torture con il macete.
Capisco subito che questo è solo un avviso: mi aspettano decine di fotografia che raccontano senza filtri l’Inferno sulla terra.
“Sono stato un testimone e queste immagini sono la mia testimonianza. Gli eventi che ho registrato non dovrebbero essere dimenticati e non devono essere ripetuti”.

Si va dal Ruanda al Sudan, dalla Somalia al Kosovo, da Israele alla Bosnia, dalla Cecenia all’Indonesia, dal Libano alla Russia.
Egli è uno dei più influenti e più pubblicati fotografi contemporanei: le sue fotografie ci permettono di vedere dietro i giochi di potere e di ricondurre anonimo orrore a destini individuali: le immagini prestano volti indimenticabili a crisi per noi lontane e astratte.
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Impronta di un uomo ucciso da serbi, Kosovo, 1999 |
Gli scatti di James Nachtwey non lasciano adito a fraintendimenti: i corpi decomposti, il sangue asciugato sull’asfalto, gli occhi dei bambini allucinati comunicano senza bisogno di aggiungere parole la sofferenza umana.
“Anche nell’era della televisione, la fotografia mantiene una capacità unica di cogliere un attimo fuori dal caos della storia per conservarlo e tenererlo sotto i riflettori. Mette un volto umano su eventi che potrebbero altrimenti offuscarsi in astrazioni politiche e statistiche. Si dà voce a persone che altrimenti non ne avrebbero una. Se il giornalismo è la prima bozza della storia, allora la fotografia è ancora più difficile, perché per catturare un attimo non si dispone di una seconda possibilità”.
Guarda, ti dice ogni sua foto, continua pure a guardare. Non andartene.
Dopo tutto quello che ho visto al telegiornale della sera, come può un altro insieme di occhi morenti o morti avere un effetto così forte?
Nonostante il loro intento documentario, le fotografie di Nachtwey non sono istantanee: loro mostrano un
approccio artistico e la perfezione del bianco e nero. Il soggetto è messo in evidenza in modo chiaro, perfetto in termini di tecnica e composizione. Le fotografie sono esteticamente gradevoli, opere d’arte, ma il loro contenuto è scioccante e ripugnante.
Sono un pugno nello stomaco tanto più forte quando si è costretti ad ammettere nel confort del nostro punto di vista la bellezza e l’equilibrio perfetto con cui sono costruite queste immagini.
La cosa triste è che alla fine di tutto ciò ti rendi conto di essere un grande ignorante: non conosci quasi nulla di quegli eventi, di quei luoghi.
Non hai una opinione in merito.
Il libro è più di un coffee-table book tradizionale (pesa quanto un tavolino da caffè, quasi 5kg).
Queste non sono le vittime di cataclismi naturali, queste sono le vittime dell’avidità umana per il potere, la violenza, la stupidità, e gli impulsi distruttivi dell’uomo.
Noi siamo il nostro incubo, anche se facciamo finta di ignorarlo, anche se chiudiamo gli occhi sul fatto che alcuni stanno pagando un prezzo alto a causa nostra.
Leggete anche qui
Vidi una mostra di Nachtwey a Seravezza…. sconvolgente.
Però tornando alla domanda iniziale. Siamo proprio sicuri che la fotografia può cambiare il mondo?
Ce lo può mostrare, come in questo caso, nel modo più crudo e senza compromessi possibile, ma non è scontato che la conseguenza sia la generazione di una volontà di cambiarlo. Non so se un tal innalzamento del grado di sopportazione, intendo per l'osservatore, possa davvero essere efficace oppure produca una reazione di rigetto e quindi di rimozione.
Ricordi le pubblicità progresso? Si son rivelate del tutto inefficaci. Qui il punto è non tanto l'aspetto pedagogico e politico, quando quello di informare, o meglio raccontare nel modo "giusto". Qual'è lo scopo? Se è quello di cambiare il mondo, non sono sicuro che questo sia il modo migliore.
Ricordo di aver letto che alcune immagini di James Nachtwey abbiano fortemente condizionato i destini di alcuni governi (che per altro sono poi caduti). Ed abbiano spinto la comunità internazionale ad intervenire.
Sto cercando l'articolo. Se lo trovo lo posto.